Lettera.

letter-447577_1920.jpgCerto che hai una bella sfiga tu che arriverai, quando arriverai. Perché a ottobre compio trent’anni, e non son più venti. Qualcosa è cambiato. Tanto per cominciare, avrai a che fare con una che è sopravvissuta a mille promesse e s’è fatta ammazzare dalle delusioni quel tanto che bastava per imparare a risorgere. Ti troverai davanti chi ha capito come cavarsela da sola, e sa montare i mobili dell’Ikea e cambiare una gomma e vangare un orto. Hai una bella sfiga perché invecchiando l’anima si indurisce, e io sarò sempre meno incline ai compromessi stupidi, alle tragedie facili, agli amori di facciata. E coi giorni ho capito a meraviglia quanto sia felice di avere accanto degli amici, ma anche come fare a mandar giù la malinconia che fiorisce quando son così sola da sentire la eco. Hai una bella sfiga, insomma. Perché son diventata coraggiosa, ma mi sono data anche il permesso di essere sensibile. Non avrò bisogno di protezione, perché stringerò i denti quando il mondo fa paura, ché in quei casi c’è da combattere e non da piangere, ma frignerò come una poppante di fronte a un cucciolo che impara a camminare, perché io la bellezza della vita la vedo nei tentativi, e quasi mai nei successi sfolgoranti. C’hai una bella sfiga perché non son finita, ma ho quasi concluso le installazioni principali. Potrai assistere a qualche app che si disinstalla, insomma. Ma il sistema operativo, ormai, è quello. 

Certo che hai un bel culo tu che arriverai, quando arriverai. Perché a ottobre compio trent’anni, e non son più venti. E in dieci anni – in quei dieci anni – una cambia, cresce, decide che è ora di smetterla di pensare ai principi azzurri, perché far la lavatrice con tutte quelle calzamaglie è sempre un casino. Tanto per cominciare ti troverai davanti una che ha capito il proprio passo. La direzione non è chiara, il sentiero è da decidere, ma so aroad-166543_1920.jpg quale velocità di crociera intendo attraversar la mia vita, e poco importa se l’arrivo sarà dietro l’angolo o perso nel tempo. Hai un bel culo perché se dieci anni fa la scrittura era un dubbio, ora è una certezza: metterò parole in fila fino all’ultimo dei miei respiri, e inventerò favole e racconterò storie, perché non c’è altro modo con cui io possa vedere il mondo. Ci sarà fantasia, nelle nostre vite, e avrò sempre qualche strato di pelle in meno per sentir meglio quel che mi circonda: capirò di più i silenzi, annuserò prima le incazzature. Per tua sfortuna, indovinerò le sorprese con sei mesi d’anticipo, ma farò finta di essere ogni volta stupita, lo giuro. Hai un bel culo perché una che è capace a cavarsela da sola ti chiederà aiuto solo quando davvero ne ha bisogno, e avrai tempo modo e spazio di coltivar la tua vita, senza dovermi fare da badante. Sarò meno incline ai compromessi stupidi ma più portata per la mediazione, non ci sarà spazio per le tragedie facili perché crescendo ho imparato che la vita ne riserva di autentiche, lascerò morire gli amori di facciata perché ti consumano e ti lasciano più rotta di una passione furente. Hai un bel culo, insomma. Perché in trent’anni son diventata coraggiosa, ma mi sono data anche il permesso di essere sensibile. Ho capito alla perfezione cosa intende Baricco quando parla di “pagar la schifezza”, e ho deciso che ci sono alcune schifezze che è meglio avere il coraggio di fare, perché è attorno a quelle che s’annida la vita. Però ho anche deciso che valeva la pena lasciarsi travolgere dal bello del mondo, e mangiar tristezze, gioie, sorprese, malinconie come se fosse sempre l’ultimo pasto di un condannato. Hai un bel culo perché non son finita, ma ho quasi concluso le installazioni principali, e avrai l’onere di scoprirmi, ma mai il timore di manipolarmi.

Soprattutto, hai una bella sfiga perché ho capito che aveva ragione chi, anni fa, mi ripeteva che nella vita nessuno è insostituibile. Per mia fortuna, però, gli ultimi dieci anni mi hanno anche fatto capire che alcune assenze pesano immensamente più delle presenze di rimpiazzo. E per questo, fidati, hai un bel culo.